“IN CAMPO”: L’AGGIORNAMENTO SUL NOSTRO PROGETTO DI ECOLOGIA SOCIALE

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Le ultime stagioni nel campo sono state particolarmente complesse e l’andamento meteorologico è passato da un estremo all’altro. Passeggiando tra i filari di alberi, molte piante portano i segni delle grandinate e delle violentissime raffiche di vento che hanno caratterizzato alcune giornate temporalesche della scorsa estate. Ci si può considerare comunque fortunati, guardando i danni che il mal tempo ha inflitto ad abitazioni, alberi e coltivazioni nelle imminenti vicinanze del campo.

1. L’apiario presente sul campo

Nonostante ciò le novità non sono mancate e il progetto ha continuato il suo percorso di crescita. La lunga siccità che ha contraddistinto l’annata 2022 ha portato con sé la decisione di intervenire sulla parte dove l’erba medica forniva, da diversi anni ormai, un buon foraggio estivo destinato ai cavalli allevati da un amico e spontanee da raccogliere durante il riposo invernale. L’azione rigeneratrice di questa leguminosa di origine mediorientale, seminata nella primavera del 2015 dopo lunghi anni di monosuccessione con il mais, ha lasciato nel terreno una buona quantità di sostanze nutritive. Per questo abbiamo deciso di seminare il frumento tenero. Una scelta sicuramente logica all’interno delle attività di un’azienda agricola, un passo pieno di difficoltà per un’associazione povera di mezzi come la nostra. Nel tardo autunno del 2022, dopo che finalmente le piogge erano arrivate ad alleviare la terra inaridita dalla lunga siccità, abbiamo seminato il cereale, appoggiandoci ad un’azienda agricola alla quale ci rivolgiamo per determinate lavorazioni.

La scelta della varietà è ricaduta sul Mara, una tipologia di frumento tenero a metà strada tra i cosiddetti grani antichi, selezionati a inizio Novecento dall’agronomo Nazareno Strampelli, e le varianti moderne, di taglia più bassa, ma con una resa maggiore e caratterizzate da una granella con un elevato contenuto di glutine. Il Mara è una varietà italiana selezionata nel 1949 dal genetista e agronomo toscano Marco Michahelles, particolarmente diffusa tra anni ’60 e ’70 (anche nel bresciano come ci hanno confermato i vari terzisti ai quali ci siamo rivolti per semina e raccolta) e poi del tutto scomparsa, soppiantata dalle moderne varietà ad alta resa. Il suo recupero è avvenuto grazie al lavoro di Salvatore Ceccarelli, anche lui genetista agrario, in seguito a una conversazione informale con un mugnaio che ricordava il buon pane prodotto con la farina di questo grano. Il ritrovamento della semente è stato alquanto fortunoso, infatti una piccola quantità era stata conservata presso la National Small Grain Collection (NSGN), banca pubblica del germoplasma del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti1. Con una dotazione di 35 grammi di semente, è partito quindi il lavoro di moltiplicazione di questa varietà, che oggi è di nuovo disponibile presso l’azienda sementiera Arcoiris, dove noi l’abbiamo acquistata.

2. Uno dei filari seminati con il frumento tenero varietà Mara

La coltivazione è avvenuta in maniera biologica. A inizio marzo abbiamo proceduto con la bulatura del frumento. Si tratta di una vecchia tecnica, anch’essa caduta in disuso con l’avvento dell’agricoltura industriale, che consiste nella semina intercalare di una leguminosa erbacea, in particolare trifoglio, tra le file del grano. Effettuata in questa fase della crescita del frumento, tra la fine della fase di accestimento e la levata, il trifoglio trova ancora luce e spazio sufficiente per germinare in modo che, una volta raccolto il grano, sia subito pronto a crescere, coprendo il suolo, contenendo le erbe infestanti e apportando sostanze nutritive attraverso l’azoto fissazione.

Anche la storia della bulatura in quanto tecnica agraria merita un breve cenno. Tecnica con ogni probabilità già conosciuta ai tempi dei romani, i quali erano consapevoli delle virtù miglioratrici delle leguminose erbacee, venne poi riscoperta e sistematizzata dalle sperimentazioni dell’agronomo bresciano Camillo Tarello nel XVI secolo. È grazie al suo lavoro che poi, nel corso del settecento, questa tecnica entrò a far parte delle innovazioni agrarie che in Inghilterra diedero il via alla Rivoluzione agricola, necessario preambolo alla prima Rivoluzione Industriale. Dopo un rapido abbandono con l’avvento della chimica in agricoltura, la bulatura è tornata oggetto di studio e di sperimentazioni in campo. Non è infatti difficile reperire online ricerche e studi su questa tecnica, anche con una semplice ricerca sui maggiori motori di ricerca. In particolare segnaliamo una serie di video a cura della Scuola Superiore di S. Anna di Pisa nell’ambito del progetto europeo H2020 IWMPRAISE, i quali mostrano vari esempi di consociazione tra cereali come frumento, mais e sorgo con leguminose quali appunto trifoglio, erba medica, lenticchia e veccia, anche con l’utilizzo per la semina di macchine agricole2.

3. Effetti della bulatura in campo

Tornando al nostro campo, la semina delle leguminose è avvenuta a spaglio con un miscuglio di erba medica e trifoglio ladino, avvenuta prima di una delle rarissime giornate di pioggia dell’inverno 2023. Non sappiamo valutare quanto questa tecnica abbia influito sulla buona resa che abbiamo avuto nel momento della mietitura. Di sicuro il trifoglio, supportato dalle precipitazioni e da un’irrigazione di soccorso, è riuscito a coprire buona parte della superficie, contenendo le infestanti e fornendo, cosa di non poco conto, un buon pascolo per le api che abbiamo presenti sul campo. Oltre a essere stato falciato per ottenere del fieno. Anche per la stagione in corso opteremo per la semina del frumento, seguendo i consigli proprio di Tarello, che prevedeva nei suoi lunghi sistemi di rotazione uno sfruttamento intensivo dei seminativi per poi dargli un lungo periodo di riposo con la semina di erba medica. Chissà di non trovare nuovi terreni nei quali continuare questa sperimentazione coi cereali autunno-vernini.

Allo stesso tempo sono continuate anche le attività di agricoltura sociale nella parte a orto con gli utenti delle cooperative Approdo e Rondine. A differenza della scorsa stagione, secca e siccitosa, quest’anno le precipitazioni sono state abbondanti a partire da maggio. In particolare, come detto prima, il campo sul finire di luglio è stato colpito da due eventi meteorologici particolarmente intensi. Fortissime raffiche di vento, oltre i 100 km orari, e chicchi di grandine di grosse dimensioni hanno martellato il campo. Nel complesso possiamo dire di essere stati fortunati, nonostante che i danni subiti dalle piante da frutto andranno valutati nel corso degli anni.

4. Giovani peschi della vigna nati da seme

Se nel numero precedente di questa rivista, parlando di questo progetto, ci trovavamo alle porte di stagioni che, con concretezza indiscutibile, ci hanno poi mostrato la violenza degli eventi atmosferici conseguenti all’innalzamento delle temperature sulla Terra. In quel contesto definivamo il campo come uno spazio in transizione, che ancora non aveva trovato una sua forma definitiva. Oggi ci sentiamo di aggiungere che quell’incertezza ci ha forse dato la capacità di cogliere le opportunità che le crisi (in questo caso meteorologiche) possono offrire. Questo forse è il prezioso insegnamento che possiamo trarre da queste ultime stagioni agroecologiche. Se gli eventi (atmosferici) possono essere presi come presagi di una ben più ampia e profonda crisi ecologica, è anche vero che affrontarli con consapevolezza può aiutare ad attraversare la cupezza del presente con un piccolo messaggio di speranza. Quasi a volerci dire, sussurrando, che i mondi di domani bisogna iniziare a costruirli passo dopo passo nel quotidiano presente.

5. Filare di ciliegi con frumento in emergenza

1La storia completa del lavoro di recupero di questa varietà è raccontata dallo stesso Ceccarelli ed è consultabile sul suo blog https://salvatorececcarelli.wordpress.com/2021/05/10/il-ritorno-di-mara-nelle-marche/

2 https://www.youtube.com/watch?v=gs-wltuzhss

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