Sterco – Stagione 2 – Puntata 14 del 2 Gennaio 2019

Nel Luglio 2016, dalla Penisola Antartica si stacca un iceberg di 6 mila km quadrati, più grande della Liguria. Questo evento rappresenta, se ce ne fosse stato bisogno, l’ennesimo segnale inequivocabile della catastrofe planetaria verso cui ci sta portando il riscaldamento globale prodotto dalle società industrializzate.

Ci sarebbe piaciuto dire che a seguito di un tale evento le popolazioni in ogni parte del mondo hanno avviato processi di lotta e mobilitazione per chiedere una radicale trasformazione del modello capitalista di uso del pianeta. Ciò che invece ci tocca constatare è l’ennesimo esito deludente della recente conferenza COP24 in Polonia.

Quello del cambio climatico è un tema ricorrente nel dibattito odierno, e sul quale esiste una sterminata letteratura; l’aspetto su cui si vuole concentrare la puntata odierna di STERCO è quello delle conseguenze connesse a tale trasformazione.

A partire da una panoramica dei principali effetti negativi del cambio climatico cercheremo di delineare una sorta di “lista” delle azioni prioritarie da intraprendere. Sulla base di queste priorità d’azione vorremmo poi proporre alcune riflessioni sulle implicazioni pratiche con cui si deve (e dovrà) confrontare chi è quotidianamente impegnato negli innumerevoli fronti di lotta ecologista locale. L’idea che ci muove non è tanto quella di fornire delle indicazioni per l’azione rivolte alle singole realtà di lotta, quanto proporre una cornice di riferimento all’interno della quale le singole lotte possano declinare le proprie istanze, per farle convergere il più possibile verso macro obiettivi comuni.

Questo nella convinzione che la rivoluzione più necessaria oggi sia prima di tutto ecologista, perché senza di essa, in un mondo ormai inabitabile, perderebbero di senso tutte le altre rivoluzioni sociali, politiche e culturali.